Elena ha ricordato così quell’apparizione: “Avevo circa 8 anni. Una notte io e mia mamma, che dormivamo nella stessa stanza, ci siamo svegliate contemporaneamente. Io mi sono messa a sedere sul letto, mentre lei si è tirata su appoggiandosi sul gomito per guardare. In alto c’erano tre luci che si muovevano e ondeggiavano. Avevano il viso di angioletti con dei capelli riccioli biondi bellissimi e due piccole ali. Mio padre e mia nonna dormivano nell’altra stanza e non hanno visto. Io poi mi sono alzata e ho fatto per toccarne uno, ma come ho allungato la mano, in quel momento sono svaniti”.
Elena mi racconta questo in un caldo pomeriggio di luglio mentre le offro una spremuta. Sua madre che abita in un’altra città, con un uomo che non è suo padre, l’aveva chiamata qualche giorno prima proprio per chiederle di raccontare a lui che non credeva, questo episodio di 16 anni fa. Era un bel pò di tempo che lei e sua madre non si sentivano.
Elena è bella, ha degli occhi azzurri stupendi e dei capelli biondi come l’oro. E’ venuta in Italia dalla Romania dopo la scuola e ha cominciato col fare la cameriera. Presto è venuta la proposta allettante di fare la hostess in un night club. Il guadagno è certamente interessante: in una settimana si guadagna il doppio che in tutto un mese di lavoro in Romania. L’attività non è compromettente, si tratta di parlare con dei clienti, bevendo qualcosa con loro. Non si va oltre. I clienti pagano la consumazione che comprende anche il tempo trascorso insieme. Dalle 10 di sera fino alle 4 del mattino, però e tutti i giorni, come in una vacanza prolungata.
Dopo qualche mese il ritmo biologico di Elena viene alterato. Non si alza prima di mezzogiorno, esce solo per prendere qualche brioches o qualche leccornia a base di caramello, che tendono a farla ingrassare e per evitarlo certi giorni non mangia del tutto. Il corpo diventa la sua principale fonte di interesse e preoccupazione ed è lì che Dio decide di farsi presente.
Un giorno arriva la notizia che il cuore di suo padre è malandato. Elena decide di tornare in Romania per stare qualche giorno con lui, sempre con il pensiero nascosto di tornare al night però. Ma quando è là, è costretta a restare più del previsto, perchè le mancano i soldi per il viaggio di ritorno. Dopo una settimana finalmente riesce a tornare, ma la prima sera, sente riacutizzarsi un dolore passato. La dottoressa le svela la presenza di una ciste ormai abnorme. Se dovesse aumentare entro quindici giorni bisogna fare un trattamento specifico. Per la visita successiva non bisogna aspettare tanto, perchè i dolori aumentano prima e la situazione è diventata più grave del previsto: bisogna operare d’urgenza e togliere tutto, anche le ovaie e l’utero.
Elena non ha nessuno che la possa aiutare, la madre e il padre sono lontani e non si può spiegare loro di colpo tutto quello che è stato e che sta succedendo. Così decide di aspettare che il male le passi da solo e rischiare la vita, tanto la vita non è mica stata troppo buona con lei. Quel giorno abbiamo parlato delle sue scelte sbagliate, del suo talento inespresso e degli angeli di quando era bambina. La vita è stata anche bellissima in un passato lucente.
Non è difficile, sai, basta voltarsi e guardare; e guardando alzarsi e camminare e provare a toccare. Qualcuno è sempre lì che ti aspetta per prenderti la mano, per accompaganarti fuori dal buio della stanza. Mentre scrivo l’operazione è finita: solo la ciste alla fine è stata rimossa. Elena può ancora essere mamma.