Apparentemente.
Sveglia alle 6.30, arrivo con gli occhi semichiusi in cucina, sono pronto ad accendere la caffettiera (che mi dà il buongiorno prima che riesca a riconnettere tutti i fili del mio cervello), quando l’occhio che guarda fuori dalla finestra riesce a scorgere uno spettacolo abbagliante: l’abete sotto casa è tutto bianco, la strada è ricoperta di neve, le macchine sono sepolte.
La città è innevata, completamente, pesantemente.
Mi faccio coraggio, proseguo la routine mattutina con la colazione, caffelatte e biscotti, e l’orecchio proteso distrattamente alla tv, che snocciola gli immancabili eventi nefasti del giorno prima.
Toeletta, vestizione e sono pronto a partire per Modena, la SPEI mi attende per una giornata di lavoro: ce la farò? E ce la faranno Mosè, Oana, Stefano, Luana a raggiungere l’ufficio di Via Cattaneo? Speriamo bene.
Esco di casa in pieno stile Courmayuer: scarponi ai piedi, guanti da neve, scaldacollo, sciarpona e berretto in testa. Il ragionier Ugo Fantozzi è solo un ricordo. Imitabile.
La stazione di San Ruffillo è deserta, bianca, gelida. A far da ciliegina al paesaggio spettrale, il piccolo schermo che annuncia arrivi e partenze attira il mio sguardo come una calamita: “il tuo treno non passa!”, sembra voglia ripetermi a più riprese, “è stato cancellato!”.
Mi guardo attorno, attonito, cerco di capire, di scandagliare orari e avvisi, e capisco mestamente che i treni che dovrebbero portarmi in Centrale non passeranno: a causa del maltempo sono stati tutti soppressi.
Raggiungo la banchina della fermata dell’autobus, ma la situazione in strada è chiaramente anche peggio: i mezzi non riescono a circolare.
Tiro i remi in barca, o gli sci in saccoccia, fate voi.
Tant’è che ritorno verso casa, bardato come sono, pronto per una giornata in alta quota oltre che ad una mattina di lavoro nell’ufficio della SPEI! E tutto torna: il badile e il rastrello sono lì, vicino al cancello, pronti ad attendere braccia vogliose di utilizzarli per rendere un servizio alla comunità.
Non andrò in ufficio, ma posso almeno mettermi a spalare la neve sotto casa!
Non mi scoraggio, allora: un buon senso di dovere darà una sua importanza anche a questa mattinata, evidentemente diversa da tutte le altre.
Evidentemente.