La scienza ha dimostrato che l’immagine corporea della Sindone non è ancora oggi riproducibile in tutte le sue particolarissime caratteristiche macroscopiche e microscopiche. Se si riesce a realizzare qualcosa di accettabile dal punto di vista macroscopico non si riesce a soddisfare moltissime caratteristiche a livello microscopico e viceversa. Ad oggi possiamo ragionevolmente ipotizzare che l’immagine dell’Uomo della Sindone si sia formata a causa di una notevole esplosione di energia proveniente dall’interno del corpo avvolto.
Se da un punto di vista scientifico risulta piuttosto complesso stabilire quali cause possano aver determinato l’effetto dell’immagine sindonica (qualcuno recentemente ha parlato di un terremoto), il fenomeno della Risurrezione potrebbe risolvere il dilemma. Teniamo conto, tra l’altro, che i decalchi di sangue umano sul tessuto di lino non hanno la minima traccia di sbavature che sarebbero, invece, evidenti se il cadavere avvolto fosse stato rimosso fisicamente. Tutto lascia pensare che l’Uomo debba essere uscito dal lino dopo essere divenuto meccanicamente trasparente.
Ma l’uomo della sindone è davvero Gesù di Nazareth?
Gli studi scientifici sulla Reliquia fino ad oggi non riescono a fornire risposte conclusive sull’identità dell’Uomo che vi fu avvolto. La scienza umana deve ammettere i suoi limiti, ma la scienza supporta la fede e viceversa. In quest’ottica, attraverso i Vangeli che confermano tutto ciò che si può osservare sulla Sindone, ma che in più aggiungono informazioni su quello che avvenne durante quella Domenica di Pasqua, non è difficile riconoscere quell’Uomo in Gesù Cristo, il Risorto dai morti.
Tratto da «La Sindone è veramente del I Secolo» di Lorenzo Bertocchi – 27-02-2014
Intervista al prof. Giulio Fanti, esperto di livello mondiale per gli studi sindonici, che ha appena dato alle stampe un testo dal titolo decisamente provocatorio: “La Sindone: primo secolo dopo Cristo!” (Ed. Segno).