Una pioggia benedetta

C’era un tempo terribile. La pioggia sferzata dal vento batteva forte sul parabrezza della macchina, ma girando sulla strada allagata che porta al santuario di S.Gemma ho deciso ugualmente di fermarmi 5 minuti a salutarla. “Beati gli invitati alla mensa del signore ..” stava dicendo il sacerdote, quando ho varcato la soglia. Mi metto in fondo ma al momento del saluto di pace i presenti si girano verso di me e mi avvicino per il gesto. Ci sono anche diversi bambini a quella messa, nonostante il tempo proibitivo.

Alla comunione mi viene in mente il mistero dei combattimenti con il demonio di Gemma. E un brivido mi percorre. Poi all’uscita invece di accodarmi ai fedeli uscenti, decido di passare a prendere qualche santino di ricordo. Ma ci vuole un’offerta. E ho solo 20 centesimi. Li prendo un pò tutti lo stesso. Mi dico : un’affare. Ma spunta proprio lì a due passi un uomo sulla 40-ina un pò spaventato. Mi dice che ha bisogno di soldi ma che è disposto a darmi le sue generalità per convincermi che è sincero.

Ed è tanto insistente che gli dico di sì ma non avendoli appunto, gli dico di aspettarmi fuori del portone principale. Vado in macchina li prendo e fradicio di pioggia glieli porto. E’ raggiante e vuole scusarsi ancora. E per spiegarsi mi dice : “Mamma Ebe mi ha rovinato.” E lo invito a continuare. ” Per curarmi dei miei disturbi mi avevano portato da lei e lì mi hanno dato lo stramonio. Ho ancora 21 punture qui che si vedono ” e indica il sedere e le gambe. Mi avevano fatto una fattura e ora ho perso tutto, non ho più niente, non so più dove andare, non ho dove dormire.” diceva con agitata disperazione.

Lo stramonio è un erba malefica usata dalle streghe o da chi fa intrugli magici o meglio demoniaci. Un pò come la mandragola, legata all’esoterismo. Gli affetti sono comunque devastanti a vedere quell’uomo. Provo una strana sensazione di solitudine ad ascoltarlo in questa sera buia e piovosa. Non so se sia tutto vero quello che mi sta raccontando ma ringraziandomi mi dice che pregherà per me. Gli dico allora il mio nome e lui:”anch’io mi chiamo Stefano!” Lo guardo bene in faccia mentre sorride e gli alzo il bavero del giubbotto che per la fretta di uscire incontro alla speranza di un aiuto, non aveva avuto il tempo di metter a posto. Non è così distante è un uomo davvero simile a me. forse a tanti di noi.

Un uomo che nei giorni della difficoltà si era fatto convincere ad affidarsi ad una fantomatica guaritrice. E ora doveva mendicare nelle chiese. Ma non in una chiesa qualsiasi. Lì infatti Gemma che conosce il colpevole, lo ha attirato per proteggerlo. E lo ha liberato. Oggi proprio oggi. Sotto una pioggia benedetta.