UNA PORTA DELLA SPIRITUALITA’

Maria Teresa è una signora – in gambissima – di ottant’anni, promoter dell’associazione A.N.T. nella filiale modenese di Viale Verdi 30. Lavora nelle e per le aziende della provincia. Cinque anni fa contattò la Spei per un appuntamento…

 

Come ha conosciuto la Spei?

Sono promoter della fondazione A.N.T. a Modena presso le ditte della provincia, cui offriamo prevenzione gratuita per nei e tiroide. Telefonai alla Spei per sapere che tipo di azienda fosse, se avesse potuto farci da sponsor o aiutare la mia associazione a trovare giovani volontari. Una volta entrata negli uffici, ho imparato che ci sono persone che mettono nel lavoro non solo l’intelligenza, ma la sapienza del cuore. È qualcosa che sento. Chi lavorava alla Spei in quel momento mi chiese aiuto per avere vestiti usati, che noi raccogliamo. Fui ben felice di lasciarli a ragazzi così educati, portati al lavoro di grafica dall’ingegner Pesaresi. Avevo telefonato per dire chi era l’A.N.T., mi trovai di fronte una schiera di ragazzi – ce n’era una anche molto bella, [Oana,] – e soprattutto una porta della spiritualità.

In che senso?

La Spei apre a tutti, sia che abbiano o che non abbiano fede, la porta della spiritualità: l’Ingegnere insegna e dà un lavoro a delle “persone” e non a dei “numeri” – questo è molto importante al giorno d’oggi, va sottolineato bene. Queste persone capiscono, col lavoro, che devono stare nella società: successivamente possono insegnare, anche con pazienza, quella mitezza e quegli insegnamenti che hanno ricevuto – spesso i dipendenti Spei arrivano da famiglie o da nazioni che non gli hanno insegnato nulla. Una volta entrati presso clienti esterni, queste persone possono portare nel mondo del lavoro non solo la loro preparazione professionale, ma anche qualcosa della propria personalità – ciò che hanno ricevuto gratis dalla Spei. Credo di averle già detto molto.

Ci sono altre domande… Lei entrò nell’ufficio con tutte le madonnine?

Certo! Sono andata anche a pregare con loro in ufficio! Due o tre volte, al giovedì.

Lei è credente?

E praticante.

Quindi non pensò di essere capitata in un posto di matti, davanti a tutte quelle immagini sacre?

Non l’ho mai pensato… Dico anzi che le persone che vengono da lontano, magari di un altro credo, si trovano subito di fronte ad una religione, e possono chiedersi: <<Che cos’è?>>. Ecco perché io adoro l’ingegner Pesaresi: cerca di far pensare l’uomo a immagine di Dio, e non è poco! Se tutti noi ricordassimo questa cosa, ci comporteremmo diversamente nella giornata.

Ci parla un po’ della sua associazione?

L’A.N.T. è l’Associazione Nazionale Tumori, che dà gratis, nel proprio letto, l’assistenza ai malati terminali, con medici oncologi. Gli unici pagati all’A.N.T., con contratto ospedaliero, sono 145 medici, 25 infermieri e 23 psicologi: i restanti sono tutti volontari. A Modena abbiamo delle piccole botteghe in cui vendiamo vestiti, stoviglie, giocattoli regalati dalle signore quando svuotano gli armadi – la raccolta di questi fondi è destinata ai fini dell’associazione, ma alcuni di quei vestiti finirono a qualche ragazzo della Spei che aveva bisogno.

L’ultima domanda. Ha imparato qualcosa di nuovo dalla Spei, o è stato solo un bell’esempio, una conferma?

È stata una conferma che nella vita, nel lavoro, nel quotidiano, si può stare con gli altri ma soprattutto “per” gli altri… Mi sono spiegata?

17/10/2014