Una rivelazione

C’è un altro Andrea che vive alla Spei. Ed è’ proprio il contrario di quell’Andrea “che era più bravo col computer che coi libri di scuola”. Questo Andrea di letteratura per esempio se ne intende: ha scritto un libro su un ragazzo che salverà il mondo dopo aver ricevuto una rivelazione da una donna misteriosa.

Proprio ieri sono andato con lui ad un appuntamento a Bologna. L’azienda lo aveva contattato per un lavoro imminente. Siamo andati pieni di speranza ma dell’azienda era rimasto il nome su una targa di una strada interna. Un’indicazione che portava al nulla. Quando avevamo quasi perso l’entusiasmo ecco che Andrea mi indica un cancello chiuso: l’azienda sembrava essere un lontano ricordo. 

Poi sentiamo una voce dietro al cancello; un signore sulla sessantina, ci ha scorto dai vetri e ci invita ad entrare: era il proprietario in persona.  Sandro, bolognese doc, si presenta come l’erede ultimo di una gloriosa famiglia di imprenditori e come fiore all’occhiello ricorda di aver subito ormai trent’anni fa due condanne per lotte contro i sindacati. Un tipo simpatico.

Nell’ufficio un pò trasandato, con le poltrone consumate, non c’è nessuno, solo lui e noi; perchè, dice, oggi si sono presi tutti una giornata di vacanza. Comincio ad avere qualche perplessità sulla bontà di quell’appuntamneto. I miei dubbi aumentano quando ci invita a prendere un caffè nella stanza a fianco da una macchinetta aziendale che non è prodotta da ormai quindici anni, (ma mi dico è la stessa della Spei!). Alla fine anche il caffè non si può avere senza capire il perchè.

Mentre torniamo nella stanza principale, scorgo, appoggiata al muro dietro ad uno scaffale, un’immagine della Madonna di Fatima e la indico ad Andrea. Ci deve essere qualcosa da sentire qua. 

Andiamo avanti guardando il lavoro da preventivare. E’ un progetto per un’opera di cui nemmeno Sandro ha ancora ricevuto l’incarico. Forse per fine mese dice. Riceveremo i files. Bene mi dico e quindi?

E’ in quel momento che Sandro si lascia andare ai ricordi delle succursali aperte nei tempi passati, per far fronte alle richieste internazionali, in Cina, in Brasile e in Colombia. Colombia: proprio qui deve arrivare il nostro viaggio. Sandro ci racconta di aver conosciuto là Ingrid Betancourt, candidata alle elezioni presidenziali e di aver visitato la sua famiglia durante il periodo della prigionia di Ingrid nella giungla ad opera delle FARC. E’ un lampo.

Mi ricordo di avere postato all’epoca della liberazione qualcosa su di lei su questo blog. Lo cerco on line e lo trovo mentre Sandro di fronte a me racconta di come la madre della politica franco-colombiana si alzasse tutti i giorni alle 5 di mattina per andare alla radio del suo paese a parlare alla figlia, perchè, le dissero, i guerriglieri erano soliti far ascoltare le notizie ai prigionieri tutte le mattine alle 6.

E benchè non vi fosse certezza del suo stato, ugualmente la madre continuava per mezz’ora ogni giorno a lanciare la sua voce verso il cielo, perchè sentiva che la figlia era viva. Una preghiera insistente.

Cercate il messaggio risalente a settembre 2008, all’indomani della sua liberazione dopo 6 anni e mezzo di prigionia. S’intitola : “Sarà Lui a mostrarti la via”. In esso la Betancourt recatasi a Roma dal Papa, dichiara ai giornalisti che la prigionia le aveva fatto scoprire Dio.

Davanti a Sandro e ad un suo collega appena rientrato mi faccio coraggio e ne leggo una parte a voce alta :

Dopo aver conosciuto queste promesse, la Betancourt ricorda di aver detto al Sacro Cuore:

“Gesù, in questi anni non ti ho mai chiesto nulla, ma oggi ti chiedo qualcosa: visto che questo è il mese del Sacro Cuore, il tuo mese, ti chiedo che mi conceda il miracolo, non della mia liberazione perché non credo sia possibile, ma di sapere quando sarò liberata, perché se so quando sarà, anche se avverrà tra molti anni, avrò la forza di resistere. Se mi concedi questo miracolo, mio Signore, sarò tua”.

Mi guardano con approvazione. La strada è aperta ora. Sandro ci manderà i disegni, faremo il preventivo. Ma prima di uscire ci salutiamo con la promessa di incontrare alla prossima visita in Italia quella donna eccezionale rivelatasi nuovamente dopo altri 6 anni e mezzo in un sobborgo industriale fatiscente. Grazie ad Andrea e al suo concedersi alla grazia.

Andrea è quel ragazzo che salverà il mondo; io oggi ne sono sicuro.

 

S.P.