L’approvazione da parte del parlamento ungherese dell’inserimento nella costituzione magiara della tutela della vita dal concepimento alla morte naturale e la campagna pro-life per la difesa dell’embrione, hanno suscitato forti critiche nel mondo liberal, in particolare a Bruxelles.
Ciononostante, un’Europa che abbia “come unica ideologia quella del profitto e che insista a rifiutare le radici cristiane, non potrà mai superare né la propria crisi economica, né tantomeno la propria crisi morale”, ha affermato il ministro ungherese.
Da parte sua il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, ha annunciato l’imminente dedicazione a Chiara Lubich di una strada nella toponomastica cittadina, sottolineando l’importanza dei diritti umani, come architrave di una globalizzazione che non sia fondata solo sul mercato e sul profitto ma che parta in primo luogo dai valori.
A ritirare il premio “Madre Teresa di Calcutta” è stata Maria Voce, attuale presidente del movimento dei Focolari, insignita dal cardinale Ennio Antonelli, presidente della Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Il porporato ha poi ricordato che “la cultura dell’amore e la cultura della vita sono inseparabili” e che, in tal senso, gli esempi concreti di Madre Teresa e di Chiara Lubich sono di altissimo profilo.
Entrambe infatti erano consapevoli che la povertà più grave era l’assenza d’amore e che “le nazioni più povere sono quelle a cui manca il coraggio di accogliere una vita in più”.
ROMA, domenica, 11 dicembre 2011 (ZENIT.org) – È andato alla memoria di Chiara Lubich il Premio Europeo per la Vita “Madre Teresa di Calcutta”.