Un’abitazione aperta a tutti

 

Bisogna ritornare a Dio perché l’uomo torni ad essere uomo.

Con Dio anche nei momenti difficili, di crisi, non viene meno l’orizzonte della speranza: l’Incarnazione ci dice che non siamo mai soli, Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna.

L’umanità vede venire meno tanti punti fermi, ma nulla è perduto se si segue il Vangelo. 

Dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che siamo tutti a casa. Ed è la fede che può determinare la vera svolta della nostra vita, anche se a volte abbiamo paura che la presenza del Signore possa essere un limite alla nostra libertà.

Ma è proprio Dio che libera la nostra libertà, la libera dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono di sé, dell’amore, che si fa servizio e condivisione. 

Poi il Papa mette in luce una particolarità della Santa Casa di Loreto: essa fu collocata su una strada.

E questo sta a significare che “non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi”.

Ed allora, ecco l’affidamento a Maria:“In questo pellegrinaggio vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace, i problemi di tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore”.

 

Benedetto XVI apre a Loreto l’anno della Fede