Il male viene in mezzo a noi all’improvviso. Dice il Vangelo che il padrone scopre nel campo di grano una pianta che non aveva seminato.
In realtà è già lì da tempo: “Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò”.
La pianta si alimenta nello stesso terreno di quella buona ma al momento della fioritura non dà frutto. Come un parassita. E’ così simile a quella che dà frutto che fino al momento della fioritura è difficile distinguerle. Si traveste cioè da pianta che produce ma alla fine non produce nulla.
Chi l’aveva piantata di nascosto lo sapeva. Di proposito voleva danneggiare il raccolto.
Questa forza che si contrappone alla vita sembra dunque pre-esistere ed il suo effetto è inevitabile.
Ed è una forza che si configura come un freno, un peso, un carico, che arresta il moto della vita. Senza di essa la vita si propagherebbe senza ostacolo secondo un movimento uniforme ed infinito.
Ecco invece che incontrando essa, la forza della vita rallenta fino quasi a fermarsi e per ripartire richiede un nuovo impulso che la liberi dalle limitazioni. Il movimento che ne deriva diventa ciclico, periodico, fatto di spinte e decelerazioni.
Come il nostro cuore pompa il sangue con fatica, così lo Spirito continuamente con nuovi afflati effonde la Luce nell’universo, vincendo le tenebre che vogliono avvolgerla.
A noi, che continuamente misuriamo la fatica del vivere, non resta che richiamare questa forza per nascere nuovamente.
Lo possiamo fare in tanti modi, nei modi che ci permettono di individuare lo Spirito qui in mezzo a noi. Con la preghiera, con la meditazione della Parola, scoprendone i segni nella vita di tutti i giorni, nell’incontro con il prossimo e il diverso.
Vincere il male allora è vincere tutto quello che cerca di spegnere l’entusiasmo, la gioia, l’emozione, la sorpresa. Quella sorpresa che è scoprire che il buon seme ha portato frutto anche quest’anno. E questo frutto sovrabbonda.